Natale in Azerbaigian. Mons. Fekete (prefetto apostolico), “Una gioia da condividere con tutti nel segno della speranza e della pace”

Scritto il 24/12/2025
da

La Chiesa in Azerbaigian è “una comunità di fede piccola ma vivace, in continua crescita, composta sia dai cattolici cittadini dell’Azerbaigian che dagli stranieri”. Si presenta così mons. Vladimír Fekete SDB, prefetto apostolico in Azerbaigian che il Sir ha raggiunto grazie alla mediazione dell’Ambasciata azerbaigiana presso la Santa Sede per chiedergli come la piccola comunità cattolica del Paese sta vivendo il periodo del Natale, in una terra a maggioranza musulmana. “La storia delle Chiesa in questo territorio è stata iniziata già nei tempi degli apostoli, ma per diversi motivi storici la Chiesa in Azerbaigian era quasi scomparsa”, racconta il vescovo che poi spiega: “con la bolla di San Giovanni Paolo II nell’anno 2000 è stata creata la “Missio sui iuris bacuensis” e la comunità cattolica è stata affidata alla cura spirituale dei Salesiani di Don Bosco. Nel 2011 Papa Benedetto XVI ha elevato lo status della presenza della Chiesa in Azerbaigian su livello di Prefettura Apostolica”.

Eccellenza, ci racconti chi siete e cosa fate?

La Chiesa cattolica considera la cura spirituale dei cattolici e l’evangelizzazione come il fulcro della propria attività. Cerchiamo di condividere con chi ci circonda il tesoro della nostra fede attraverso la testimonianza personale, le azioni di culto, la predicazione e le attività sociali. La Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, costruita nel 2007 al posto di quella distrutta dai bolscevichi, attira l’attenzione non solo dei cattolici, ma anche altra gente. La Chiesa cerca di fornire un sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione. Presso la Chiesa è attivo un rifugio per i senzatetto, gestito dalle Suore Missionarie di carità (MC), e il centro educativo “Meryem Merkezi” gestito dagli SDB accogliente i bambini e gli adolescenti provenienti dalle famiglie povere.

Papa Francesco nella chiesa dell’Immacolata nel Centro salesiano di Baku (2 ottobre 2016)
@Servizio Fotografico – L’Osservatore Romano

Nel 2016 Papa Francesco ha fatto visita in Azerbaigian. Ha anche celebrato una Messa nella Chiesa dell’Immacolata. Quale “eredità” vi ha lasciato questa visita? Qual è oggi la vocazione della piccola Chiesa cattolica in Azerbaigian?
Siamo grati a Dio per aver avuto l’onore di accogliere a Baku due pontefici, San Giovanni Paolo II nel 2002 e Papa Francesco. Il motto della visita di Papa Francesco era “Siamo tutti fratelli” e gli incontri che il Papa ha avuto con le autorità del Paese, con i leader sociali e religiosi, ci hanno avvicinato a vicenda. Durante la Santa Messa il Papa è stato coadiuvato dal primo diacono azerbaigiano don Behbud Mustafayev, che il Santo Padre ha ordinato sacerdote un anno dopo. Il prefetto apostolico della Chiesa cattolica in Azerbaigian è stato elevato dal Papa al rango di vescovo e così la Chiesa in Azerbaigian ha raggiunto la sua pienezza in senso gerarchico. Tra i frutti di questa visita va anche segnalato un crescente interesse per le vocazioni spirituali tra i giovani cattolici locali.

Come vi state preparando al Natale quest’anno?

Cerchiamo sempre di dare un posto centrale alla preparazione spirituale: si tratta delle lezioni di catechismo sul tema della Natività del Salvatore e dei ritiri spirituali per adulti e giovani. Rafforziamo la comunicazione tra di noi, poiché la Chiesa cattolica in Azerbaigian è una comunità multinazionale con vari tradizioni. Le festività sono sempre un’occasione per essere un segno vivente dell’unità nella diversità.

Ma quale significato riveste questa celebrazione del Natale cristiano in un paese a maggioranza musulmana?

Nonostante che la maggior parte della popolazione del Paese si identifichi tradizionalmente con l’Islam, dalla metà di dicembre le grandi città del Paese si vestono di splendide decorazioni natalizie. Va inoltre sottolineato che nella società azerbaigiana si nutre un rispetto per le tradizioni di altri popoli e religioni, ed è sviluppata una cultura di tolleranza. Ogni anno riceviamo gli auguri di Natale e di Pasqua dai rappresentanti delle autorità statali, dalle organizzazioni pubbliche, dal capo della comunità musulmana del Paese e dalle altre comunità religiose. Tutto questo ci permette di sentirci la parte di una grande famiglia e di condividere la nostra gioia con gli altri.

Si conclude quest’anno il Giubileo della Speranza. Cosa vi ha lasciato questo periodo? Quale messaggio lascia in questa terra?

Abbiamo vissuto quest’anno nello spirito di pellegrinaggio e preghiera con la Chiesa universale. Mi ha particolarmente rallegrato il fatto che l’ispirazione per vivere più attivamente l’anno giubilare e compiere il pellegrinaggio a Roma sia venuta dai nostri giovani. Il loro esempio ha spinto anche degli adulti a visitare i luoghi sacri di Roma, incontrare Papa Leone e rinnovare la loro comprensione dell’unità di tutta la Chiesa. Abbiamo vissuto questo Anno della speranza in preghiera per la pace tanto attesa in questa regione. Lo scorso agosto è stato siglato un accordo di pace tra Azerbaigian e Armenia. Questo evento è stato anche un segno di speranza, che gli anni di guerra e sofferenza appartengano ormai al passato e che dopo 30 anni tra i paesi e i popoli si instauri una pace basata sulla giustizia, la misericordia e il perdono.

The post Natale in Azerbaigian. Mons. Fekete (prefetto apostolico), “Una gioia da condividere con tutti nel segno della speranza e della pace” first appeared on AgenSIR.