Il “Papa della pace” visto sul fronte di guerra. Mons. Ryabukha (Donetsk), “le sue parole ci hanno dato tanta speranza”

Scritto il 08/05/2025
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“Le sue parole ci hanno dato tanta speranza”. Immediata la “reazione” alle primissime parole pronunciate da Papa Leone XIV, affacciandosi questa sera su piazza San Pietro.  A dare voce alla voce dell’Ucraina è mons. Maksym Ryabukha, esarca della Chiesa greco-cattolica di Donetsk.  Gran parte del clero delle 4 regioni dell’esarcato, che comprende le oblast di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk, alcune strappate e sotto occupazione russa, erano riuniti ed hanno seguito insieme l’annuncio e la presentazione al mondo del nuovo Papa. “La pace sia con tutti voi”, ha detto il Papa. E il vescovo di Donetsk commenta: “Per noi è sicuramente il segno di grande speranza. Anche l’affidamento a Maria nel giorno della Madonna di Pompei e a pochi giorni dalla festa di Fatima ci porta la speranza”.

“Vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie. A tutti i popoli, tutta la terra, la pace sia con voi. Pace disarmante, umile, perseverante”, ha detto il Papa. Come risuonano queste parole?

Sicuramente la pace si fa con l’amore e non con le armi, da tutte le parti. È una pace che chiede a tutti l’umiltà di riconoscere la fatica e la debolezza dei nostri sforzi nel costruirla. Dobbiamo tutti imparare a creare la pace perché la pace non viene mai da sola ma dall’impegno di ciascuno. E questo impegno deve essere perseverante. Significa non cedere alle cadute, alla disperazione, al peccato. Significa sapersi rialzare sempre. Per questo le sue parole sono state veramente forti, belle e molto chiare.

Il Papa ha detto: “Vogliamo essere una Chiesa sempre vicina agli ultimi”. Chi sono gli ultimi in Ucraina?

Credo che i nostri primi ultimi siano quelli che hanno vissuto il dramma della guerra sulla propria pelle. Mi vengono in mente gli abitanti di Mariupoli che hanno visto morire i propri parenti senza poter far nulla. Penso ai tanti profughi che oggi in tutto il mondo hanno perso le loro case a causa delle guerre e cercano un rifugio sicuro. Penso a chi ha vissuto la prigionia e ha subito in carcere violenza e torture. Ci sono poi le persone che hanno visto morire i propri cari, che vivono il dramma della solitudine o che hanno perso la speranza e cercano oggi un motivo di credere ancora nella vita. Gli ultimi sono tanti.

Perchè Papa Leone XIV ha voluto esordire con questo messaggio di pace? 

Ha fatto risuonare il messaggio Pasquale. Quando Gesù tornò dagli apostoli, li trovò spaventati perchè lo avevano visto morire e con la sua morte hanno visto morire anche tutti i loro sogni senza poter far nulla. E proprio in quel momento di disperazione, la prima cosa che Gesù risorto ha detto, è stato: la pace sia con voi. Queste parole hanno cambiato la storia di tutta l’umanità. Credo che sia questo il messaggio che il mondo aspetta anche oggi. In un momento in cui tutti ci domandiamo se sia ancora possibile uscire da un mondo in conflitto, da un mondo segnato da focolai di guerra che non si riescono a spegnere, credo che il nome di Leone scelto da questo Papa sia un messaggio chiaro che dice e ripete ancora all’umanità di oggi: i nostri occhi vedranno la pace vera!

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