La Nota “Una caro” nasce da una domanda: che cosa rende il matrimonio un legame unico? Il Dicastero per la Dottrina della Fede risponde con un testo che colloca la monogamia nel dibattito attuale, evitando contrapposizioni e proponendo una riflessione capace di leggere le trasformazioni sociali. Nella presentazione, il card. Víctor Manuel Fernández afferma che l’intenzione è offrire “ragioni e motivazioni che spingano a scegliere un’unione d’amore unica ed esclusiva”, capace di generare “un’appartenenza reciproca ricca e totalizzante”. Il documento colloca la discussione all’interno di un contesto dominato dallo sviluppo tecnologico, nel quale l’essere umano rischia di percepirsi “come una creatura senza limiti”, smarrendo la dimensione di un legame che cresce attraverso responsabilità condivise . Da qui la scelta di approfondire l’unità, una proprietà del matrimonio che, secondo il Dicastero, è stata sviluppata in modo “meno ampio rispetto al tema dell’indissolubilità” pur risultando decisiva decisiva per comprenderne la struttura.
La Nota in sintesi
La Nota “Una caro. Elogio della monogamia” è organizzata in un’introduzione, tre sezioni tematiche e una conclusione. I temi principali riguardano le motivazioni del documento, le nuove forme di unione, la proprietà dell’unità coniugale e l’educazione alla fedeltà. Il testo raccoglie contributi dottrinali e riferimenti culturali per delineare il quadro attuale delle relazioni e della monogamia.
Le nuove forme dell’amore e la necessità di una scelta stabile
La parte più estesa del documento riguarda le trasformazioni delle relazioni affettive. Il Dicastero richiama le motivazioni che hanno portato alla stesura: “i vari dialoghi con i Vescovi dell’Africa e di altri continenti sulla questione della poligamia” e “la constatazione che diverse forme pubbliche di unione non monogama – a volte chiamate ‘poliamore’ – stanno crescendo in Occidente”. La Nota precisa che la monogamia “non è semplicemente l’opposto della poligamia” ma “è molto di più”, perché riguarda la qualità del legame e la capacità di costruire un’appartenenza non sostituibile. Il testo elenca “diverse derive a proposito dell’amore: moltiplicazione dei divorzi, fragilità delle unioni, banalizzazione dell’adulterio, promozione del poliamore”, segnalando una crescente difficoltà nel mantenere relazioni durature.
Il paradosso, osserva il Dicastero, è che mentre le pratiche tendono alla frammentazione, “i grandi racconti collettivi continuano a esaltare il mito del grande amore unico ed esclusivo”.
In questo quadro, la Nota presenta la monogamia come scelta positiva, “intimamente legata al fine unitivo della sessualità”, capace di rafforzare l’unione esclusiva e il senso di appartenenza reciproca. L’unità è definita “proprietà essenziale e primaria”, una “comunione di vita” che permette di riconoscere il matrimonio “in tutta la sua ricchezza e fecondità”. Quindi il documento richiama i fondamenti biblici e tradizionali, collocandoli come riferimento interpretativo della ricerca umana di stabilità.
Una scelta che coinvolge educazione e responsabilità
L’ultima parte della Nota guarda alla dimensione educativa. Il Dicastero osserva che “il desiderio di un amore monogamico resta inscritto nel profondo dell’essere umano, anche quando i comportamenti sembrano smentirlo”, ma che tale desiderio necessita di percorsi formativi adeguati. Il testo invita a leggere il matrimonio come un processo che richiede apprendimenti progressivi, in cui autonomia e reciprocità si sostengono nel tempo.
La monogamia è presentata come una forma relazionale capace di generare fiducia e continuità, in un contesto segnato da legami brevi e reversibili.
Per questo il Dicastero sottolinea che la risposta alle fragilità contemporanee “si trova nell’educazione”, chiamata a custodire la capacità di fedeltà e a sostenere la maturazione affettiva delle nuove generazioni. La conclusione del documento apre alla possibilità che l’unione esclusiva diventi un riferimento condiviso, non per imposizione ma per convinzione, restituendo al “noi” coniugale la sua forza sociale e simbolica.
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